I resti del monastero di San Barnaba si trovano nella zona rocciosa che sormonta la valle Campanile tra il monastero di Santa Maria di Pulsano e Monte Sant’Angelo.
L’origine dell’insediamento monastico femminile dell’ordine pulsanese si colloca intorno al XII secolo. Il complesso veniva gestito da un monaco incaricato dall’abate di Pulsano, in qualità di priore; il periodo più florido coincise con l’arrivo dell’abate Gioele, che resse la Congregazione dal 1145 al 1177, anno della sua morte. In seguito al trasferimento delle monache presso il monastero di Santa Cecilia nel XIV secolo, l’edificio venne abbandonato.
Del monastero restano oggi parte dei muri perimetrali della chiesa mononave (23×7 m ca.) e di alcuni ambienti di servizio. Sul lato nord della chiesa si distingue un ambiente di dimensioni rettangolari e parte della cinta muraria del monastero. Non si riscontrano caratteri stilistici di grande qualità ad eccezione delle cornici dei portali e delle monofore della chiesa.
La muratura è realizzata con elementi lapidei di dimensioni medie e scaglie di dimensioni variabili databili, secondo la storiografia, tra il XII e il XIII secolo.
Il complesso si presenta come un rudere in stato di totale abbandono.

