Sull’altura del monte Alifano è stata individuata una cinta muraria preromana realizzata in opera poligonale insieme a tracce dell’abitato che essa doveva proteggere, identificato in passato con Scyllae, città che secondo la tradizione liviana passò sotto il dominio di Cartagine, o più recentemente con Austicola.
La sommità del rilievo è caratterizzata dalla presenza di un circuito murario principale cui se ne affianca un secondo minore a quote più basse.
Complessivamente il perimetro delle fortificazioni principali è stato stimato in 660 metri, con un’area interna di 1,7 ettari. Le strutture appaiono ben conservate nel settore occidentale, dove raggiungono anche i 3 metri di altezza, mentre altrove i movimenti franosi hanno provocato il crollo di alcune porzioni di muro. Sono stati individuati due accessi, lungo il fianco orientale e nel settore sud-occidentale.
All’interno del perimetro murario sono note alcune superfici terrazzate occupate da due probabili cisterne; poco più in quota, nel settore occidentale, è stata individuata un’area santuariale; nel settore centrale e orientale è invece nota un’ampia dispersione di materiale struttivo.
La seconda cinta muraria racchiude le pendici sud-occidentali del rilievo ed è perciò posta a quote più basse. Da essa sembra svilupparsi un asse viario in direzione della cortina principale.
La maggior parte dei reperti rinvenuti individua una fase di frequentazione del sito compresa tra il IV e il II secolo a.C., periodo al quale si fa risalire la costruzione delle due cinte murarie. Alcuni reperti, costituiti principalmente da monete, allungano la cronologia fino al I secolo d.C., fase in cui si registra l’abbandono del sito e, verosimilmente, la frequentazione del solo santuario.
Le evidenze archeologiche sono attualmente immerse in una fitta vegetazione e l’assenza di percorsi o sentieri rende impossibile l’accesso.