Il fabbricato sito in località San Vincenzo, lungo il Torrente Solofrana, fu costruito nella
seconda metà del Cinquecento. Originariamente era costituito da un mulino ad acqua
con abitazione padronale annessa, ma subì nel corso del tempo diverse trasformazioni:
nel 1829 fu trasformato in cartiera, successivamente in mulino a palmenti, e infine,
dall’immediato dopoguerra sino agli anni ’60, venne adibito a fabbrica di ghiaccio.
La superficie coperta del fabbricato, distribuito su tre livelli di cui due fuori terra, è di
oltre mille metri quadri, mentre il terreno inedificato circostante misura oltre 1700 metri
quadri.
Peculiarità del complesso sono la ciminiera, di antica costruzione, le torri capuane e la
canalizzazione di probabile origine borbonica.
Nel corso degli anni, le esigenze legate alla modifica della destinazione d’uso e
all’introduzione di nuovi macchinari hanno portato ad ampliamenti e adattamenti
dell’impianto originario. Tuttavia, i danni alla copertura causati dal terremoto del 1980
hanno determinato il definitivo abbandono del fabbricato, che attualmente versa in uno
stato di abbandono e parziale inagibilità. Negli ultimi anni sono state effettuate
demolizioni (2011) al fine di garantire la sicurezza dell’edificio, che rappresenta
un’importante testimonianza dell’architettura protoindustriale e dell’attività molitoria del
territorio sanseverinese.
