ll Mulino Nuovo di San Sebastiano da Po ubicato ai piedi della collina torinese lungo l’antica strada per Chivasso in località Colombaro, vede la sua costruzione per volere del conte Gazzelli di Rossana in seguito all’ottenimento, nel 1823, dal re Carlo Felice della possibilità di completare la derivazione di un corso d’acqua dal fiume Po, ottenendo il cosiddetto canale del Baraccone, oggi ancora esistente. La redazione del progetto delle opere idrauliche e degli edifici atti a contenere i macchinari del mulino a otto macine, viene affidato dall’Architetto Idraulico Tommaso Bonvicini e permette di risolvere i problemi di approvvigionamento idrico che interessano fino a quel momento le comunità locali, costrette a trasportare altrove granaglie e cereali per la macinazione. L’impianto molitorio viene quindi inserito in insediamento a carattere misto residenziale e produttivo, documentato anche da fonti iconografiche di metà Ottocento. Nelle immediate vicinanze del mulino, si riscontra infatti la presenza di una cascina affiancata dall’osteria e da un forno per la cottura del pane, mentre lungo il canale sono note attività di battitura della canapa e lavorazione dei metalli.
Il complesso edilizio, dopo la cessazione delle attività, è stato in parte adibito a deposito e si trova in precario stato di conservazione. A testimoniare l’originaria vocazione funzionale degli edifici sono conservate tre ruote metalliche posizionate sul canale, mentre non è possibile verificare la presenza di eventuali reperti all’interno del fabbricato, dal momento che la proprietà è inaccessibile poiché pericolante e avvolta nella vegetazione. Tuttavia risulta possibile leggere l’impianto a U dei fabbricati a due piani con struttura portante in muratura in laterizio a vista e copertura a doppia falda con struttura in legno e tradizionale manto in coppi.