Nel territorio di Bauladu, a pochi chilometri da Oristano e al di fuori dei circuiti turistici convenzionali, si erge il complesso nuragico di Santa Barbara, in posizione dominante sulla valle del Tirso, tra i monumenti più grandi e meglio conservati dell’età del Bronzo nel cuore dell’isola.
È uno straordinario esempio di struttura ‘a tancato’, costituito da due torri circolari, una maggiore originaria e una minore aggiunta successivamente, raccordate da una cortina muraria che racchiude un cortile, delimitato da pietre conficcate. Alla torre maggiore si accede attraverso un ingresso architravato e un corridoio che presenta a sinistra una scala elicoidale e a destra una nicchia.
La camera interna, di ben sette metri di diametro, è chiusa da una volta a tholos quasi intatta, in cui sono ricavate due nicchie contrapposte. Al centro del pavimento si trova un focolare; in cima alla parete un’altra scala che conduce a una celletta secondaria. La camera era funzionale a pratiche divinatorie: si può ipotizzare che il sacerdote salisse al primo piano dalla scala principale, in cima entrava in contatto spirituale con la divinità, facendosi pervadere, poi scendeva lungo la scala ‘minore’ per trasferire le volontà divine al fedele. Il Santa Barbara può esser considerato un caso di ‘teofania’: la luce che filtra dal finestrino sopra l’architrave d’ingresso proietta, grazie alla forma dei massi, la figura di una protome taurina (simbolo del dio Toro) dove probabilmente era collocato l’altare.
Di fronte alla torre principale c’è l’ingresso a quella secondaria, simile per modalità costruttiva ma molto più piccola, forse un vano di servizio dotato di sei feritoie che permettevano il riciclo dell’aria, usato come forno o fucina per il bronzo.
All’esterno del complesso si scorgono capanne circolari con più vani intorno a cortili, cui si sono aggiunti altri ambienti quadrangolari di epoca romana e altomedievale.
ll sito è stato oggetto di più campagne di scavo a partire dal 1986.