Nelle campagne del paese di Genuri sono presenti numerosi siti risalenti all’epoca nuragica, il più importante dei quali è sicuramente il Nuraghe di S. Marco, oggetto ancora oggi della campagna di scavi iniziata nel gennaio 2001 su una superficie di circa 3.500 mq.
Il sito, ubicato alla periferia orientale del centro urbano, ha subito nel corso dei secoli l’occupazione punica (i primi insediamenti cartaginesi nell’isola si datano al 525-520 a.C.), e quella romana (la conquista romana della Sardegna viene datata al 238 a.C.). La rioccupazione del sito da parte delle suddette popolazioni è senz’altro motivata da ragioni economiche: l’intero Campidano, compreso il territorio della Marmilla, costituiva una fondamentale risorsa agricola.
La struttura del nuraghe è costituita interamente da massi in basalto poco lavorati provenienti dall’altopiano della Giara. Si tratta di un edificio trilobato costituito da una torre centrale, o mastio – nucleo originario attorno al quale si sviluppò il resto della struttura – una torre posta in direzione nord-ovest, una a sud-ovest e una a sud-est. Quest’ultima ha dimensioni nettamene inferiori rispetto alle altre due ed è posizionata in modo da produrre una convessità minore nel profilo esterno del monumento.
Lo spazio all’interno del monumento, in gran parte crollato, sembra comprendere un cortile dalla forma a falce e un’articolazione minima di corridoi interni che consentivano la comunicazione tra le torri laterali e il mastio. Gli scavi hanno rivelato l’esistenza anche di una struttura esterna, costituita da torri e cortine murarie, probabilmente l’antemurale del complesso nuragico.