Il villaggio di Ingurtosu, la cui popolarità si deve a quella dell’omonima miniera, ospitava già nel 1890 1500 minatori. All’inizio del XX secolo, grazie all’impulso che il progresso tecnologico diede alla produzione, il numero di abitanti del villaggio crebbe fino a raggiungere le 2500 unità.
Come gran parte dei villaggi minerari verrà progressivamente abbandonato a partire dagli anni ‘50 a seguito della chiusura degli impianti di estrazione. Tra le strutture abbandonate oggi ancora riconoscibili meritano una menzione le officine che si affacciano su una piccola piazza posta poco al di sotto dell’imponente edificio della direzione.
La piazza doveva essere il cuore pulsante del villaggio, qui infatti si concentravano i principali servizi tra cui gli uffici, lo spaccio aziendale, la tabaccheria e poco distante anche l’ufficio postale.
Le officine sono costituite da un grande ed ampio caseggiato a pianta rettangolare e privo di copertura. Sul prospetto principale, con facciata a capanna, sono presenti tre aperture ad arco a tutto sesto, una centrale più ampia e due laterali.
Subito sotto si trovano altrettanti accessi di forma rettangolare, chiusi da serrande arrugginite e un’ulteriore apertura a sinistra dell’ingresso centrale, sempre ad arco e di ridotte dimensioni. L’edificio è realizzato in pietra ed oggi si trova in stato di rudere.