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ORATORIO DI SAN ROCCO E CANONICA ANNESSA

ORATORIO DI SAN ROCCO E CANONICA ANNESSA

Indirizzo: via Armando Diaz
Comune: Cerro al Lambro
Provincia: Milano
Regione: Lombardia
Architettura / Oratorio

L’Oratorio di San Rocco è situato sul margine est del nucleo di antica formazione di Riozzo, frazione di Cerro al Lambro. Il compendio è formato dalla chiesa di planimetria rettangolare e dalla canonica annessa che ingloba il presbiterio e la sagrestia. La facciata della Chiesa, di chiara impronta neoromanica e interamente in mattoni a vista, è inquadrata da due lesene in leggero rilievo e da una cornice a dentelli a evidenziare le due falde della copertura. Il portale di ingresso è ad arco a tutto sesto, sormontato da una lunetta dipinta, sul quale è allineato un piccolo rosone. Sul lato sud, nel punto di innesto tra navata e presbiterio, si innalza il campanile di impianto quadrato, interamente in mattoni faccia vista, articolato da cornici e architravi stilizzati. La cella campanaria presenta una monofora ad arco a tutto sesto per ogni lato inquadrata da lesene angolari. Sul lato ovest, rivolto verso il sagrato e la confinante Cascina Podere Grande, è presente l’orologio fatto installare nella prima metà dell’Ottocento da Giacomo Mellerio. I prospetti presentano un disegno irregolare che riflette le diverse destinazioni d’uso degli ambienti interni. Sul fianco est della Canonica è addossato un corpo accessorio, databile al secolo scorso.

L’edificio sacro è legato alla famiglia Visconti già Aicardi , che si insediò a Riozzo nel 1419 con l’acquisto del castello (i cui resti sono oggi inclusi nella Cascina Podere Grande) e dei terreni circostanti.
Nel 1469, la chiesa dell’Oratorio venne fondata (“noviter constructae in loco suo Riozii”) dai tre figli di Giorgio Aicardi detto lo “Scaramuzza”, che poté fregiarsi del cognome “Visconti” grazie ai favori paterni nei confronti del Duca Filippo Maria Visconti. Nel 1567 gli abitanti di Riozzo chiesero la costituzione dell’Oratorio in parrocchia. Nel 1597 Monsignor Alessandro Mazenta segnalava la necessità di un restauro delle murature. Nel 1617 si ipotizzava un rinnovamento della chiesa, tuttavia mai avviato, e, nel 1625, si riscontrò che l’Oratorio era “in malessere per ogni parte”. Negli anni seguenti il prevosto Don Giacomo Posterla sollecitò a più riprese i Visconti ad ampliare l’edificio. Nel 1651 si parla di “molte spese fatte nel far cuocere mattoni destinati alla fabbrica di un nuovo oratorio o almeno ad ampliare il vecchio”. Le prime visite documentate dopo un intervallo di una ventina d’anni non indicano alcun problema all’Oratorio che, nel 1692, viene definito “di recente e nobile fattura”. È pertanto verosimile ipotizzare che, più che di restauro, si sia trattato di un “rifacimento a fundamentis”, come dimostra il campanile, che nella visita del 1597 viene descritto sul lato nord dell’edificio, mentre oggi risulta a sud. Particolarmente dettagliato è il resoconto della visita del cardinale Giuseppe Pozzobonelli nel 1749: l’Oratorio si presentava con “una pianta rettangolare ad aula unica illuminata da cinque finestre, due per ciascuna delle pareti laterali e una in facciata sopra la porta d’accesso, fornita di bussola” [Bascapè, Galimberti, Rebora, 2001]. Le pareti interne erano affrescate, il presbiterio risultava separato da una balaustra in marmo, tuttora esistente, così come l’elegante ancona in marmo nero sopra l’altare.
L’ultimo erede dei Visconti, Luigi, morì nel 1795 e, dopo diversi passaggi di proprietà, dal 1821 ne divenne proprietario il conte Giacomo Mellerio, che, scomparso nel 1847, istituì un pio legato lasciando tutti i beni ai Luoghi Pii Elemosinieri di Milano di cui era stato nominato direttore nel 1831.
L’attuale configurazione – con il prolungamento della navata, il rifacimento del prospetto principale e le decorazioni pittoriche ancora oggi esistenti, realizzate da Carlo Armanni – riflette l’intervento degli anni Trenta del secolo scorso, ma conserva la piena leggibilità dell’impianto storico, così come descritto nella visita pastorale del 1749 e confermato dai catasti storici, che mostrano una sostanziale coincidenza dell’impianto planimetrico dal 1722 ad oggi. Nel catasto teresiano l’Oratorio era infatti inglobato nel perimetro del grande giardino all’italiana che si estendeva sul lato sud del Castello, di cui rimane traccia nei resti della facciata e nei due eleganti pilastri con pinnacoli che affacciano sul sagrato.

La prolungata dismissione funzionale di Chiesa e Canonica ne sta causando il progressivo degrado: sui prospetti esterni, l’intonaco è estremamente dilavato e in parte mancante. Inoltre, l’interno della Chiesa, ad aula unica scandita perimetralmente da lesene tuscaniche dipinte a marmorino a sostegno di una trabeazione continua con un motivo a greca, presenta le conseguenze della risalita capillare dell’acqua, effetti che si ripercuotono anche sullo stato di conservazione delle decorazioni murarie del presbiterio, separato da una balaustra settecentesca in marmo, e inquadrato da un arco a tutto sesto. Il soffitto a volta ribassata, realizzata con una struttura incannucciata appesa alle capriate lignee del tetto, attualmente in precarie condizioni di conservazione, presenta varie lacune dell’intonaco di rivestimento.

 

Proprietà: Pubblica
Dettaglio proprietà: Ente Pubblico
Regime tutela: Provvedimento Espresso
Dettaglio provvedimento: D.S.R. 24/09/2015
Stato di conservazione: Mediocre
Ambito cronologico secolo: Da XV a XX

Progetto di restauro/valorizzazione

Livello progettuale: Fattibilita tecnico-economica