La Chiesa di San Tiburzio, sorta probabilmente sulle rovine di un tempio romano dedicato a Marte, venne costruita nella configurazione attuale a partire dal 1720 su disegno di Edelberto della Nave, su incarico delle Monache Terziarie francescane (le Convertite) che già dal 1531 avevano ricevuto il terreno per una prima costruzione del proprio convento. L’oratorio, che richiama l’altra opera di Della Nave (oratorio di San Quirino) è di piccola ma elegante forma, con una pregevole pianta centrale sormontata da un tiburio poligonale. l’interno, coperti da una cupola, è a pianta ottagona, con una pavimentazione in quadrotti di marmo bicromo e colonne rivestite in “stucco a finto marmo”. Il progetto dell’oratorio si inseriva in un programma farnesiano di rinnovamento urbano che interessava altre importanti strutture religiose, e presenta caratteri ricorrenti nell’opera dell’architetto: pianta a ottagono schiacciato e cupola ovale, aperture mistilinee e deformazioni in curva delle trabeazioni interne. I lavori di costruzione proseguirono fino al 1723. I dipinti a fresco e a olio all’interno sono di Giuseppe Della Nave, ad eccezione della pala d’altare (di Clemente Ruta). Gli affrecshi della cupola e dei pennacchi vennero restaurati da Giovanni Gaibazzi nel 1800. Una volta soppresso il convento delle Convertite, l’Oratorio venne chiuso ed adibito a vari usi, tra cui quello di mascalcia. Fu riaperto nel 1885, dopo il restauro effettuato dalla Congregazione della Carità, che ne era divenuta proprietaria. Le statue che ornano la facciata, sono attribuite allo scultore parmigiano Agostino Ferrarini. Nel 1913 fu chiuso e venne restituito al culto nel 1945, dopo importanti restauri. Nel 1977, l’Oratorio sconsacrato fu retrocesso per donazione, da parte del Seminario Vescovile di Parma, ad IRAIA- Istituti Riuniti di Assistenza Inabili e Anziani (poi Ad Personam dal 2007) attuale proprietario dell’oratorio) che è utilizzato occasionalmente come sala espositiva.
L’edificio è attualmente agibile e saltuariamente (anche se con una certa cadenza) utilizzato come spazio espositivo e di eventi.