Documenti d’archivio attestano che il terreno nel quale si trova la chiesetta “della Guardia di Sotto”, accanto al Naviglio Grande e sulla strada Corsico – Vigevano, fu acquistato nel 1606 da Giovanni Battista Pozzi e che nel 1622 il piccolo oratorio già esisteva (forse sul luogo di un altro, già intitolato alla Santa Croce), poiché in quell’anno questi chiedeva al vicario generale che la medesima chiesetta, allora dedicata alla Natività della Madonna, fosse visitata e benedetta, per potervi celebrare messa, oggetto di un legato nel 1626.
All’inizio dell’Ottocento, la proprietà passò ai marchesi Brivio che, alla metà del secolo, intrapresero lavori alla chiesetta e all’annessa cascina . Già alla metà del Novecento, non vi era previsto alcun uso religioso dato il degrado, poi ulteriormente accentuato negli anni ’80 da ripetuti furti di arredi immobili (stemma scolpito in facciata, acquasantiere, balaustre) e mobili (quadri della via crucis), sino al cambiamento di proprietà (1990) e a recente manomissione del!’ altare.
Nonostante il degrado e i furti subiti, la chiesetta mostra ancora il suo iniziale disegno architettonico, del tutto rientrante nello stile della Controriforma.
Tale caratteristica è confermata sin dalla planimetria, orientata verso il Naviglio ed insistente su unica navata, con aula anteriore a due campate rettangolari, con abside poligonale, sui cui prospetta la piccola sacrestia a base quadrata.
L’interno è del tutto voltato ed ha mantenuto l’antica eleganza: nell’aula, i due vani sono ricoperti da altrettante crociere, collegate fra loro da un arco trasversale; nel contempo, sull’abside insiste una volta a ombrello su basi lunettate, e sulla sacrestia una piccola voltina ribassata.
La stessa abside, sopraelevata da un gradino rispetto all’aula e già separata dalle balaustre (rubate), conserva ancora l’altare ligneo, con disegno architettonico articolato su due ordini.
I fianchi sono scanditi da contrafforti, percepibili anche all’esterno, che proseguono in altezza, conclusi da cornicione aggettante e modanato: se non vi appaiono decorazioni, un angioletto è situato nel sottarco fra l’aula e l’abside, mentre sul colmo di quest’ultima, maschere allegoriche e una conchiglia s’incontrano in chiave, sottolineando l’andamento a spicchi della relativa copertura. Due finestre rettangolari si aprono, rispettivamente, sui fianchi e sui lati inclinati dell’abside; e una sul alto sud della sacrestia.
Sempre caratteristico all’età della Controriforma è l’architettura generale della facciata, articolata su disegno classicheggiante a tempio, superiormente delimitato da frontone triangolare; a spioventi. Lesene con capitelli suddividono il prospetto in due ordini a tre riquadri: in quello inferiore, il portale, sormontato da timpano spezzato (entro cui era già inserito uno stemma scolpito, fotograficamente ancora documentato, ma purtroppo, abbastanza recentemente asportato), appare affiancato da due alte specchiature sagomate con timpano; nell’ordine superiore, lesene scanalate separano una finestra leggermente arcuata centrale da due nicchie con piedistallo, verosimilmente già destinate a contenere statue.
Fra i due ordini, l’alta cornice intermedia è ugualmente scandita da triglifi in tre riquadrature, tutte decorate da belle teste alate di cherubino affiancate da ghirlande con nastri svolazzanti: altri ornati, ad arabeschi, contornavano una targa, già iscritta e situata al centro del timpano, la cui sima è modanata e decorata da cornice a dentelli.
Strettamente connesso non solo alla storia ma anche alla percezione della chiesetta, in particolare dal Naviglio, è il piccolo sagrato che si estende verso il fiume e l’adiacente fontanile a nord (a ridosso del quale è situata un’antica edicoletta, propr. comunale).