Il grande complesso dell’Ospedale Vecchio sorge, tra il 1476 e 1508-12, sul duecentesco edificio su Via D’Azeglio, per volere del Duca Sforza.
Già nella pianta dello Smeraldi l’edificio appare nella sua conformazione attuale, con quattro bracci di uguale lunghezza, disposti a croce, delimitati da due cortili porticati e con fronte su strada pure porticato. Il primo nucleo (1476) comprende il blocco pieno ad Ovest e l’alto voltone con timpano, costruito nel ‘500. La costruzione delle volte si deve a Gaspare Fatulli (1491) e tra i pittori figura Bernardino Zaccagni (1506-1511). Gian Antonio Da Erba progetta le grandi corsie intersecate a forma di croce e affiancate da chiostri (modello tipico degli ospedali italiani ‘400eschi). L’Ospedale subisce un ampliamento verso Est alla fine del Cinquecento. Del 1782 è il neoclassico portale d’ingresso – progetto di L. A. Feneulle – che sovrappone a tre arcate del porticato quattrocentesco una facciata ad arco di trionfo, in rilievo rispetto alla precedente, sovrastata da un timpano arcuato.
Sotto Maria Luigia gli ultimi interventi rilevanti: 1843 trasformazione del fabbricato S-O in Convento delle Suore della Carità di San Vincenzo. L’edificio che ne deriva, su progetto di Nicola Bettoli, è di notevoli dimensioni, a tre piani, con lato prospettante su Via D’Azeglio concepito come fronte di scorrimento, dove i timpani fungono da cesura del corpo di fabbrica. All’interno, le trasformazioni del Bettoli sono limitate ad alcuni ambienti (Sala delle Colonne) e al disegno delle librerie. All’inizio del Novecento l’Ospedale, gravemente dissestato, cessa di avere funzioni sanitarie e ospita l’Archivio di Stato oltre a biblioteche e associazioni culturali dopo l’acquisto da parte del Comune di Parma (1928).
La struttura ha 5 piani, originario impianto a croce sviluppatosi per aggiunte successive fino a formare un complesso edilizio a tre corti interne. I prospetti sulla via principale presentano una curata rifinitura mentre gli altri sono lasciati al grezzo. Tutto in muratura di laterizio pieno e copertura lignea con capriate e grandi volte.

