La Palazzina “dei Chimici” dell’ex acciaieria Redaelli si trova a Rogoredo, in un’area verde dismessa dalla fine degli anni Ottanta in seguito alla demolizione dei fabbricati industriali, rimanendo l’unica testimonianza architettonica ancora esistente del comparto storico delle Ferriere Redaelli, sviluppatesi a cavallo tra Otto e Novecento.
In questo Laboratorio “sperimentale” del 1941-42, il progettista Griffini riprese il tema della pianta semicircolare. L’edificio si sviluppa su due piani, con fulcro sulla sala prove a doppia altezza, posta al centro, in asse con l’atrio di ingresso. Sul lato sinistro dell’atrio si trova il vano della scala che conduce al piano superiore. I laboratori, gli uffici e i locali di servizio di entrambi i piani sono serviti da un corridoio centrale. I prospetti evidenziano il disegno in rilievo dell’intelaiatura e la scansione regolare delle aperture. Nel 1942 Griffini descrisse l’edificio, il metodo costruttivo e i materiali utilizzati: «L’edificio risente del periodo sfavorevole dipendente dallo stato di guerra, date le limitazioni imposte e la rarefazione dei materiali edilizi. Muratura di mattoni, solai a travi prefabbricate, serramenti in legno. Le facciate sono rivestite in Litoceramica di colore rosso-fiammato; i davanzali sono in marmo di Botticino». Gli interni sono caratterizzati da «pavimenti in mosaico di marmo Serpentino lucidato; pareti a Cementite giallo-dorato nel vano della scala e verde pisello nel corridoio. Soffitto in Cementite bianca. Contorno del paesaggio in Serpentino con dischi illuminanti incassati nell’architrave con contorno in bronzo. Scala in Botticino con parapetto rivestito in mosaico di ceramica smaltata di colore grigio-blu […] pareti in pannelli di vetrocemento, pilastri e spalle della porta d’ingresso rivestiti in mosaico di ceramica smaltata nera». Gli interni sembrano mantenere pressoché inalterata l’originaria disposizione degli ambienti e conservano alcuni elementi originali quali i pavimenti in mosaico di marmo e parte dei serramenti.
Il fabbricato è oggi inutilizzato e oggetto di frequenti intrusioni. Lo stato di degrado e abbandono dell’edificio si ripercuote su tutta l’area circostante. Recentemente è divampato un incendio, danneggiando ulteriormente gli interni della palazzina che, nonostante ciò, riveste ad oggi un significativo valore testimoniale sia come importante esempio di architettura razionalista italiana, sia per il riferimento con la storia industriale di Milano.

