Palazzo Barattieri di S. Pietro, antica dimora di un casato prestigioso documentato a Piacenza fin dal Duecento, è un’eloquente testimonianza della ricerca progettuale svolta sul tema della residenza suburbana nei secoli XVII e XVIII.
Il palazzo nelle forme attuali risale ai secoli XVIII e XIX ma la sua origine è molto antica come attesta un’iscrizione dipinta sulla parete del vano che ospita lo scalone d’onore; il nucleo iniziale fu costruito nel 1495 per volere di Bartolomeo Barattieri, ambasciatore per la città di Piacenza presso Giulio II della Rovere. Dal XVII e nei secoli successivi il palazzo rimase ai conti Barattieri che lo abitarono stabilmente. Intorno al 1870, il generale Vittorio Barattieri promosse ingenti lavori di trasformazione del giardino e consistenti lavori di restauro all’edificio.
Attualmente, il palazzo si eleva su due piani fuori terra, oltre al sottotetto. I prospetti sono caratterizzati da un ritmo regolare di bucature, che sul fronte est, rivolto verso il giardino, presentano archi a tutto sesto su pilastri.
Il portale dell’attuale ingresso principale, sul fronte ovest, voluto da Vittorio Barattieri, reca come unico elemento decorativo lo stemma del casato Barattieri. L’edificio attualmente presenta connotazioni stilistiche che attengono nel loro insieme all’originaria fase costruttiva seicentesca, soprattutto per ciò che concerne la plastica articolazione delle cornici di coronamento costituita da aggraziate mensole binate intervallate da bucature ellittiche e dal portico che si apre lungo il fronte interno ovest e parte sui fronti sud e nord sostenuti da pilastri con paraste doriche addossate. I fronti esterni sono ancora caratterizzati dalla presenza di un basamento foggiato a scarpa, conclusi da una cornice toroidale, gli angoli dei due prospetti sono arricchiti da cantonali bugnati in leggero risalto rispetto alla superficie muraria. Anche le cornici delle finestre, quelle del piano nobile sormontate da cornici architravate, e quelle del piano terra arricchite da mensole in cotto che sostengono lo sporto del davanzale, sembrano riferibili all’impianto seicentesco, benché non si possano escludere modificazioni apportate dal conte Vittorio Barattieri nella seconda metà dell’Ottocento. La residenza è dotata anche di un oratorio, ricavato al piano terreno nella parte est del lungo corpo di fabbrica nord.