Il palazzo originario è stato edificato per Benedetto Lomellino a partire dal 1588 ma già alla metà del Seicento risulta appartenere alla famiglia imperiale e da allora, con le successive proprietà, subisce notevoli trasformazioni.
Il palazzo di sviluppa su cinque piani più un piano seminterrato ed un piano attico e presenta una certa uniformità di trattamento per quanto attiene alla composizione ed alla decorazione delle facciate: quella principale, affacciata verso il Largo della Zecca, presenta un trattamento a finto bugnato fino al cornicione, mentre in quelle laterali questo viene limitato ai soli due primi piani. Un avancorpo leggermente aggettante genera, al secondo piano nobile, un terrazzo con balaustra in corrispondenza del salone principale dell’edificio, già fulcro dell’abitazione padronale. Le bucature risultano impreziosite alternativamente da timpani triangolari e circolari, nonché da mascheroni con festoni. I tre cornicioni marcapiano scandiscono ulteriormente lo spazio in senso orizzontale, smorzando la verticalità dell’immobile.
All’interno, tramite uno scalone ad unica rampa con volta a botte decorata da stucchi, si accede ai due piani nobili che costituiscono il vero e proprio vanto dell’edificio: il primo è attualmente destinato ad uffici, il secondo piano, nel salone principale detto della Musica, riporta una ricchissima ornamentazione pittorica e in stucco.
Il palazzo è custode di tele di indubbio rilievo per le loro altissime qualità formali.