Via Vittoria fa parte della zona più residenziale dell’area del ghetto, con piccoli palazzi, cortili interni e suggestivi balconi. All’incrocio con via Ragno si chiudevano i cancelli che segnavano la divisione dal resto della città.
Risale alla seconda metà dell’Ottocento la fondazione di un ospizio per gli anziani della Comunità. Collocato in locali adiacenti alla Scola Spagnola, al civico 39, fu per l’epoca una struttura modello, in linea con i criteri di pubblico soccorso che si andavano allora diffondendo. L’istituto fu attivo sino agli anni Settanta del Novecento e successivamente fu trasformato in appartamenti privati. Nell’androne al piano terreno rimangono le lapidi dedicatorie in memoria dei benefattori che lo sostennero. Fra i più generosi, la fondatrice Allegrina Cavalieri Sanguinetti, cui l’istituzione venne intitolata.
Secondo un’organizzazione aggiornata e innovativa, la casa di riposo ha ben rappresentato i valori ebraici dell’assistenza, che già ai tempi del ghetto avevano determinato lo sviluppo di confraternite e organizzazioni destinate al sostegno delle categorie sociali più disagiate.