Situato nel Borgo Umbertino di Taranto, con affaccio su via Pitagora, Palazzo Mastrocinque rappresenta un significativo esempio di edilizia residenziale borghese della seconda metà dell’Ottocento. L’edificio si sviluppa su quattro piani fuori terra, con impianto rettangolare e corte interna sul retro.
La facciata principale presenta elementi tipici del periodo: un portale ad arco in pietra locale sormontato da un balcone centrale aggettante, affiancato da balconcini simmetrici con ringhiere in ferro battuto a motivi floreali. Le aperture, distribuite regolarmente su tre livelli, sono incorniciate da modanature semplici. Ai lati del portale si trovano aperture ad arco ribassato, oggi murate, con fregi lapidei.
L’atrio d’ingresso, rettangolare, è coperto da solaio in laterocemento stuccato. A destra si trova il vano scala; in asse, un portale ad arco a tutto sesto conduce alla corte interna, con infisso ligneo in buono stato.
Gli ambienti al piano terra conservano decorazioni pittoriche e stucchi d’epoca, in condizioni discrete ma con sfogliamento degli intonaci. Gli stucchi sono per lo più integri. La scala interna, a doppia rampa contrapposta, non presenta cedimenti, sebbene alcune pedate in marmo siano danneggiate o mancanti. Il parapetto è in ferro battuto con corrimano ligneo, in gran parte deteriorato o assente. L’illuminazione è garantita da vetrocementi.
Al primo piano, pavimenti in cementine decorate e pareti con tinte originali, vivide ma deteriorate. I prospetti interni sul cortile sono privi di intonaco o pittura. Le sale dell’ultimo piano mantengono la struttura di copertura in laterocemento a vista, cementine e tinte murarie originarie. La distribuzione interna è identica ai livelli inferiori, salvo modifiche al piano terra. Due pozzi luce simmetrici garantiscono l’illuminazione naturale degli interni.
La copertura, piana e lastricata, è in buone condizioni, con presenza localizzata di vegetazione infestante.
Il palazzo fu donato il 3 giugno 1945 da Beniamino Mastrocinque e dalla moglie Camilla al Comune e alla Provincia di Taranto, in memoria del figlio Fortunato, caduto in guerra. Il lascito prevedeva la creazione di due fondazioni scolastiche con finalità educative e borse di studio, mai realizzate.
Nel tempo, l’immobile è stato oggetto di varie ipotesi di rifunzionalizzazione, come centro per l’arte contemporanea o hub culturale.

