Palazzo San Massimo, conosciuto anche come palazzo Maiuri, è un edificio con una storia millenaria, la cui denominazione è legata all’esistenza dell’omonimo monastero posto al suo interno. L’edificio sorge nella zona alta del Centro storico di Salerno e si articola oggi su quattro livelli.
Da un atto di vendita risalente al XVII secolo si evince che in quella data esistevano ventuno ambienti, di cui nove al piano terra, e dodici ai piani superiori. Degli ambienti al piano terra tre erano coperti da volte mentre degli ambienti al primo piano uno passava sopra la strada pubblica presumibilmente quello che ancora oggi sovrasta il vicolo San Massimo. Il complesso si completava con due giardini: quello settentrionale (oggi soffocato ad est), data l’orografia del terreno, era organizzato su più livelli, e tali livelli erano messi in comunicazione mediante piccoli sentieri, quello a sud, con la grande scala monumentale, presentava la fontana con l’acqua corrente proveniente dal monastero di San Nicola de Palma, ancora oggi esistente. La via pubblica, alla quota dell’attuale via San Massimo, si presentava esattamente come oggi. La cappella, con un laghetto antistante, era, invece, contornata di giardini, e non c’è alcun riferimento né al portale monumentale né allo scalone che oggi si trovano a nord di tale laghetto. Nel settecento la chiesa presentava anche una cripta e un campanile. A causa della sua difficile gestione nel diciannovesimo secolo si verifica un frazionamento della proprietà: oggi la parte settentrionale, di proprietà del comune, giace abbandonata, mentre la parte meridionale, adibita a civile abitazione, si presenta profondamente alterata. All’abitazione si accedeva dal portale d’ingresso e dall’androne settecenteschi. Di qui si era accolti nel grande salone centrale oggi recante gli stemmi; poi, nella galleria pavimentata di quadrelli, coperta da volta a gavetta incannucciata, e sede delle quattro bussole di antica costruzione, decorate con dorature sulle cornici.
Negli anni venti del XX secolo il palazzo è stato adibito a scuola perdendo alcuni degli elementi nobili che lo connotavano.