Il palazzo, per l’impianto planimetrico con corte interna e per la soluzione della scenografica scalinata aperta a triplici arcate che richiama modelli in voga nella Capitale opera del celebre architetto Ferdinando Sanfelice, è riconducibile ai primi decenni del Settecento. Lo stemma araldico affrescato sulla volta a botte dell’androne, con due leoni controrampanti appoggiati ad albero centrale, suggerisce di attribuire la committenza alla facoltosa famiglia Giovene di Girasole, di cui Andrea Giovene fu illustre giureconsulto, accreditato presso le magistrature napoletane e presso la Dogana delle pecore di Foggia.
La denominazione attuale, invece, deriva dal cognome della famiglia che ne entrò in possesso nella prima metà del XX secolo.
Il palazzo presenta due ingressi in asse, oggi entrambi murati, di cui quello secondario su Via Nunziata di Sulmona e quello principale, affacciato su Corso Giuseppe Garibaldi, costituito da un grande portale a tutto sesto marcato da cornice in pietra modanata. Sempre sul prospetto principale, coronato da un cornicione, pure modanato, in corrispondenza del primo piano vi sono tre balconi rettangolari con porte-finestre sormontate da mensole in pietra sorrette da volute.
Il fabbricato è in stato di degrado avanzato, con il tetto interessato da crolli recenti, e nel tempo è stato depredato di decori e finiture. È il caso, ad esempio, dei guardiacavalli in ferro a testa di cavallo che un tempo ornavano l’androne.

