Il grande palazzo nobiliare è voluto da Marcantonio Vimercati Sanseverino, nell’area dove già nel Quattrocento esisteva un primo nucleo dell’edificio e dove erano vissuti i genitori Sermone Vimercati e Ippolita Sanseverino, figlia di un generale del duca Galeazzo Sforza. Risalente a quest’epoca è il soffitto con tavolette dipinte che decora un salone del piano nobile. Il palazzo fu edificato alla fine del Cinquecento inglobando gli edifici preesistenti e completato nel 1602 dai figli di Marcantonio, Orazio e Ottaviano. Il complesso architettonico, di imponente ricchezza, attesta il grande prestigio dell’antico casato, attivo in tutti i campi della vita cittadina cremonese; l’elegante ringhiera settecentesca in ferro battuto che orna i balconi della corte interna, è realizzata dal maestro fabbro Alvisio Chaneval F. nel 1704. Nel 1830 i Vimercati Sanseverino ampliano la proprietà acquistando la vicina chiesa di S. Spirito e S. Maddalena con l’annesso chiostro e i locali dell’adiacente ospedale.