La prima notizia relativa all’ oratorio di S. Martino in Greppo risale all’anno 979 mentre al 1205 è documentata per la prima volta la presenza di un “Hospitale”, posto nelle vicinanze della piccola chiesa, destinato ai viandanti che percorrevano la valle del Serchio e di una Gabella. Nonostante oggi siano quasi completamente scomparse le tracce di quello che un tempo era un complesso, l’oratorio ne testimonia ancora la notevole qualità sia nei materiali che nella tecnica costruttiva. Questo si nota in particolare nell’abside dove i grandi blocchi in calcare bianco, montati “a filaretto”, sono regolari e messi in opera da maestranze molto qualificate, probabilmente comacine, che in quel periodo operavano sia a Lucca che nei dintorni quando si trattava di commissioni importanti. Tra il XV e il XVI secolo iniziò la decadenza della chiesa e il progressivo abbandono dovuto alla sua posizione isolata sulla collina e alla distanza dal centro abitato. Dopo due secoli di abbandono i muri perimetrali in parte crollarono mentre rimase in piedi l’abside, illuminata da tre monofore e sottolineata da archetti pensili impostati su mensole e scandita in tre comparti da importanti lesene. Dalla visita pastorale del 5 giugno 1638, sappiamo che la chiesa fu restaurata mentre altri documenti attestano come nel 1675 fu avviata la costruzione dell’edificio eretto in aderenza al fronte.
La pianta, ad aula unica rettangolare ed abside semicircolare, è orientata secondo l’asse est-ovest. La facciata rivolta verso il colle è seminascosta dai ruderi dell’antica struttura ed ha subito vari rimaneggiamenti. L’interno è in abbandono, il pavimento, in terra battuta, è abbastanza sconnesso ed in cattivo stato così come l’altare in scagliola posto all’interno del presbiterio rialzato di un gradino. L’arco absidale è caratterizzato dall’alternanza di conci in pietra bianchi e neri. Il soffitto dell’aula è ordito con capriate lignee, arcarecci, travi e travicelli.