Il Real Sito della Lanciolla è un complesso settecentesco che si colloca nella rete di edifici reali e rurali disseminati lungo i Regi Lagni.
Il Casino di caccia fu costruito nel 1779, dopo la Casina Calabricito (Raffaele Manna, Ricordi Storici Archeologici della Campania: Acerra e Suessola, 1987).
Deve il suo nome a piccole imbarcazioni (lance o, appunto, lanciole) che occorrevano per raggiungerlo tramite i canali e gli acquitrini che circondavano e attraversavano la tenuta. Qui, durante o dopo le battute di caccia, sostavano per riposare o mettersi al riparo i sovrani d’epoca borbonica, in particolare Ferdinando IV, notoriamente dedito a questa attività, che fu ne l’ideatore.
Il fatto che fosse circondato dall’acqua è possibile dedurlo dai mattoni che ne compongono la struttura basale e dal fatto che il viale è ad una quota più alta rispetto al piano di campagna, per raggiungere l’ingresso delle tre abitazioni, a livello dei rispettivi basamenti.
Si distinguono tre volumi, di cui uno parzialmente crollato. La palazzina centrale era usata dal re come camera da letto: ancora oggi sono visibili gli anelli che reggevano la struttura del letto borbonico; le due laterali, invece, erano probabilmente utilizzate dalla servitù che accompagnava sua maestà durante le battute di caccia oppure come sala da pranzo e per ospiti. La struttura centrale esternamente a pianta quadrata con tetto a falde, presenta internamente pianta ottagonale sovrastata da una cupola a costoloni.
E’ ancora possibile notare la coppia di camini in pietra, il rosso pompeiano (ad oggi sbiadito e consunto) che colorava le pareti degli edifici.
Il sito è oggi in stato di abbandono, è stato depredato e ha subito diversi crolli, specie negli ultimi anni.
Secondo le ricostruzioni sarebbero stati asportati molti reperti tra cui lo stemma reale, l’orologio a sole e la scalinata in marmo.
40-50 anni fa il sito veniva utilizzato dai giovani locali, per fare tuffi e nuotate tanto era bella e trasparente l’acqua del posto.