Realizzata tra la fine dell’800 e i primi del Novecento, la stazione tramviaria di Piacenza venne trasformata all’inizio degli anni ‘30, in servizio ferroviario con l’elettrificazione della linea Piacenza Bettola. Nell’area libera a sud-est della Stazione vennero così edificate, nel 1930, le nuove rimesse per i locomotori, su progetto dell’architetto Pietro Berzolla. Tra le figure più rappresentative dell’architettura moderna piacentina, Berzolla fu progettista dell’intera linea ferroviaria Piacenza-Bettola nonché di numerosi interventi urbanistici nella prima periferia del capoluogo, nei quali mise a frutto la profonda conoscenza delle nuove tecnologie, acquisita nei frequenti viaggi di studio nel Nord Europa.
Nella rimessa per locomotori Berzolla realizzò in effetti un’opera in cui emergono spiccatamente gli stilemi di una architettura industriale di matrice nord europea, evidenziata dai ricercati elementi costruttivi, dall’apparato funzionale e decorativo e dall’accurata scelta dei materiali. Il deposito, edificato in mattoni a vista e sviluppato su un unico livello, è costituito da un alto corpo centrale a capanna e da due corpi laterali, di minore altezza, con coperture a “shed”.
L’accesso per i locomotori ed oggi per gli automezzi, dopo la soppressione nel 1967 della linea ferroviaria è consentito dalle ampie aperture che caratterizzano il prospetto nord, ove il corpo laterale orientale si presenta come una semplice tettoia, sostenuta da due eleganti pilastri metallici. La facciata del corpo centrale è invece connotata dall’accostamento di due moduli identici con grande apertura architravata al piano terreno e sovrastante finestrone ad arco. Definito lateralmente dall’aggetto di lesene sovrapposte, il modulo è concluso da un cornicione intonacato gradonato che produce uno stacco cromatico rispetto al restante paramento in laterizio punto di notevole interesse è l’utilizzazione di elementi in cotto di diversa gradazione cromatica, elementi che conferiscono all’edificio una peculiare vibrazione tonale ed una spiccata cifra stilistica di sapore britannico. Il motivo del frontone gradonato, in corrispondenza delle falde seriali della copertura a “shed”, rimanda anch’esso all’architettura nord europea, con particolare riferimento a quella dell’area fiamminga. All’interno l’edificio presenta un unico grande ambiente con tetto a capanna a doppia palla sfalsata, sostenuto da capriate in ferro.
