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DIREZIONE GENERALE ARCHEOLOGIA BELLE ARTI E PAESAGGIO Ministero della Cultura
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SERBATOIO DELL’ACQUEDOTTO

SERBATOIO DELL’ACQUEDOTTO

Indirizzo: Via Giacomo Matteotti
Comune: Besate
Provincia: Milano
Regione: Lombardia
Architettura / Serbatoio

Il Serbatoio è situato vicino al margine sud del nucleo di antica formazione, in un ambito sottoposto a tutela ai sensi della Parte Terza del Codice dei beni culturali (Parco lombardo della Valle del Ticino). Sulla base delle informazioni storiche disponibili risulta che la realizzazione del nuovo impianto venne presa dall’Amministrazione Comunale alla metà degli anni Trenta del secolo scorso per rispondere a una difficile situazione igienico-sanitaria, dopo che 65 pozzi furono chiusi per acque infette. Il progetto venne affidato all’ingegnere Luigi Ferrario; i lavori furono eseguiti nel 1938 e l’opera inaugurata il 9 luglio del 1939. Questo intervento si inserisce nel più ampio programma di ammodernamento della rete di distribuzione dell’acqua potabile, avviato in provincia di Milano una decina di anni prima grazie anche alla costituzione, nel 1928, del Consorzio Provinciale per l’acqua potabile.

Il manufatto si presenta con un volume di base di planimetria ottagonale a un solo livello, che ospita le pompe di sollevamento e i quadri di controllo, dal quale si innalza una struttura a telaio in calcestruzzo armato, ad andamento inclinato, a sostegno del serbatoio di raccolta dell’acqua. Il telaio è articolato da tre ordini di irrigidimento orizzontali, l’ultimo dei quali è un solaio calpestabile chiuso da un parapetto in ferro. Il collegamento verticale, necessario per le attività di manutenzione, è garantito da una scala a pioli.

Dal punto di vista formale si tratta di un serbatoio di tipo “razionale” o “industriale” come era stato definito dall’ingegnere Eugenio Campini in una comunicazione tenuta nel 1935 davanti al Sindacato ingegneri della provincia di Milano. Queste strutture hanno avuto un ruolo importante nel rinnovamento del linguaggio architettonico tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso. Nonostante la natura schiettamente funzionale, in alcuni dettagli si può infatti riconoscere un riferimento all’architettura “razionalista” dell’epoca, come: il telaio a vista in corrispondenza degli spigoli del volume di base; le tre finestre di taglio verticale, inquadrate da cornici lineari, inserite nelle campate ai lati della porta di ingresso; l’elegante scritta in ferro “Acquedotto di Besate”. Degna di nota è inoltre la recinzione che alterna pilastri a base quadrata, tra i quali quelli del cancello sono arricchiti da una sfera in cemento, ed elementi di chiusura prefabbricati in calcestruzzo armato.

Nell’interno si conserva la targa marmorea che ricorda la cerimonia di inaugurazione.

Proprietà: Pubblica
Dettaglio proprietà: Comune
Regime tutela: Provvedimento Espresso
Dettaglio provvedimento: D.S.R. 21/06/2017
Stato di conservazione: Mediocre