Il complesso consta di un oratorio e di un’annessa costruzione, probabilmente adibita ad uso residenziale, il tutto in muratura di mattoni intonacata. Il piccolo edificio di culto, orientato liturgicamente, presenta un impianto planimetrico rettangolare, con abside su cui si aprivano due finestre, attualmente tamponate, mentre la semplice facciata, sormontata dal timpano triangolare, prende luce dall’apertura circolare al di sopra del portale d’accesso, anch’esso tamponato. L’edificio residenziale è a due piani fuori terra con sottotetto in cui è ubicata la cella campanaria che, originariamente, ospitava due campane. Dall’ingresso, si accede ad un corridoio sul quale si aprono alcuni vani, e, sulla sinistra vi sono le scale che portano ai piani superiori mentre una delle due stanze sul fondo immette nell’oratorio.
La costruzione di questo piccolo oratorio si fa risalire al 1655, ad opera dei conti Masdoni che, nei pressi, possedevano un castello fortificato detto delle “Due Torri”, trasformato proprio in quegli anni in un “casino di delizie”. L’oratorio, dedicato alla Natività di Maria, detto della “Madonnina Bianca” e conosciuto come la “Madonnina di Sesso” subisce un primo restauro, documentato, nel 1710. Al suo interno oltre all’immagine della Vergine, si trovano due dipinti raffiguranti rispettivamente Santa Caterina e Santa Apollonia Un tempo pare che vi si trovasse un’epigrafe fatta apporre dal conte Ludovico Masdoni, vescovo di Modena dal 1691 al 1716. Le decorazioni pittoriche nel catino absidale, molto mediocri, sono databili al XX secolo. Pur nella sobrietà dell’impianto strutturale e nella semplicità dei materiali, il piccolo oratorio, con annesso edificio residenziale, presenta valore storico-testimoniale perché documenta le tradizioni religiose della località di Sesso del Comune di Reggio Emilia.