L’edificio in questione costituisce un’importante esempio di architettura industriale del capoluogo genovese, collocato al centro del bacino portuale in un’area oggetto di notevoli modificazioni nell’ultimo decennio. Si tratta di un edificio-macchina dove, come nei mulini industriali, l’involucro murario, solitamente di pregio estetico, nasce in funzione dei macchinari che contiene.
L’edificio, concepito come silos cerealicolo, è stato costruito alla fine dell’ottocento ed ultimato nel 1901. Nel 1907 è stato ampliato di 126 celle, portando la capacità totale da 23000 a 50000 tonnellate. In funzione fino al 1990 circa, ora è in stato di abbandono. In pianta è possibile leggere la ripetizione del modulo sul quale è stato pensato l’edificio per risolvere il problema strutturale dei carichi: si tratta di un insieme di celle a sezione rettangolare di 3×4 metri.
Imponente edificio industriale costituito da un corpo di fabbrica lungo quasi 500 m in senso longitudinale alla calata Limbania; le finestrature scandiscono la facciata ripartendola nei sei corrispettivi piani. Gli interni sono prevalentemente destinati a deposito o granario e presentano una grossa torre centrale utile per l’elevazione, la lavorazione e lo stoccaggio del materiale caricato. Dal centro della facciata si sviluppa il caratteristico pontile in muratura con fondazioni in acqua, per il carico/scarico delle granaglie.