STAZIONE VIAGGIATORI PORTA ROMANA

La Stazione dei Viaggiatori nacque come scalo merci di Milano Porta Romana nel 1896. Nel 1905, dopo la revoca delle concessioni alle società private e la costituzione delle Ferrovie dello Stato, la Giunta di Milano istituì una commissione, presieduta dal senatore Giuseppe Colombo, incaricata di studiare il migliore assetto per i servizi ferroviari della città. Nelle sue conclusioni, la commissione suggerì di conservare lo scalo merci di Porta Romana e di abbandonare quello di Porta Sempione. Negli anni Venti, lo scalo di Porta Romana si trovava ormai al centro di una tra le zone più industrializzate di Milano. L’aumento dei passeggeri provenienti da sud e da est determinò la necessità di istituire un servizio viaggiatori che consentisse la fermata anche ai treni provenienti dalle linee di Piacenza. Il sito di Porta Romana venne perciò scelto quale luogo di interscambio tra la cintura ferroviaria Sud e le linee tranviarie cittadine e così, nel 1931, venne realizzata la Stazione Viaggiatori di Milano Porta Romana, collocata strategicamente all’imbocco orientale dell’omonimo scalo merci. Si tratta di un piccolo ma significativo esempio di fabbricato “a ponte”, retto da pilastri in c.a. a scavalco del piano del ferro, collegato alle due sottostanti banchine grazie a due distinte scale dall’andamento lineare. In origine la stazione era collegata all’antistante corso Lodi attraverso un ponticello, all’epoca sovrastante il cavo Redefossi, eliminato nel 1938 a seguito dell’allargamento della sede stradale. Il fabbricato è realizzato con struttura mista: pilastri e travi in c.a., murature in laterizio, copertura piana con attico di coronamento. I prospetti sono scanditi da lesene che evidenziano la struttura portante dell’edificio e che inquadrano forature rettangolari; la scansione orizzontale è sottolineata da una cornice unitaria posta all’altezza della soglia delle finestre. Gli adeguamenti funzionali effettuati nella seconda metà del secolo – e alcuni più recenti rimaneggiamenti – non hanno compromesso la leggibilità dei distintivi caratteri originari del manufatto, che si presenta tuttavia in precario stato di conservazione, soprattutto nella porzione basamentale, erosa e ampiamente coperta da graffiti ed estese porzioni di patina biologica. Tale situazione comporta il degrado non solo dell’edificio, ma anche del contesto circostante.