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DIREZIONE GENERALE ARCHEOLOGIA BELLE ARTI E PAESAGGIO Ministero della Cultura
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TEATRO GUIDO

TEATRO GUIDO

Indirizzo: via S.Zonta
Comune: Suzzara
Provincia: Mantova
Regione: Lombardia
Architettura / Teatro

Nel 1890 un gruppo di quaranta notabili provenienti dalla ricca borghesia suzzarese si riunì in un comitato e avviò le consultazioni per costruire un teatro a gestione privata. La ricerca del comitato si concluse con l’approvazione del progetto dell’ingegner Francesco Piazzalunga, i cui disegni convinsero tutti. La platea contava 150 posti totali, cui si aggiungeva un primo ordine da 20 palchi, un secondo da 21 e un terzo da 10, somigliante perlopiù a una loggetta. Ai lati del terzo ordine si sviluppava il loggione, per il quale era riservato un ingresso ad hoc.La gente poteva accedere dai tre ingressi posti sulla facciata, i quali conducevano all’elegante atrio con biglietteria. Dall’atrio si diramavano le scale d’accesso ai piani e al foyer superiore con spazio caffè. Gli artisti invece possedevano entrate dedicate ai lati dell’edificio, che conducevano direttamente ai camerini sotterranei e al retropalco. Nel biennio 1903-1904 ci fu un periodo di crisi dopo la quale il Teatro Sociale di Suzzara ricevette gli interventi di risanamento richiesti e poté ripartire.  Con l’avvento della Prima Guerra Mondiale la maggior parte dei fondi pubblici fu dirottata alle casse dell’Esercito e soltanto pochi teatri di rilevanza nazionale, come La Scala di Milano, riuscirono a restare aperti. Così, con le casse quasi a zero, il Teatro Sociale di Suzzara chiuse le sue porte per ben nove anni. Dopo la fine del conflitto, il Teatro Sociale di Suzzara riuscì a riaprire i battenti ma indebolito dalla nuova concorrenza del Cinema-Politeama di Via Mazzini il Teatro restò nuovamente chiuso dal 1923 al 1929. Seguì un altro intervento di restauro e infine, nel 1932, il suo palcoscenico ospitò l’ultimo spettacolo. Dopo l’ultima rassegna, la società dei notabili che l’aveva amministrato dal 1895 si dissolse e, in seguito all’ennesima di disputa con il Comune per la sua proprietà, il teatro fu acquisito dalla famiglia Giordani. Nel 1936 il Sio capostipite, Giulio Giordani, decise di rinominarlo chiamandolo Teatro Guido, in onore del celebre giurista e avvocato del XIII secolo Guido da Suzzara. Grande appassionato di cinema, Giordani fece installare nel teatro un cinematografo elettrico, col preciso obiettivo di riqualificare la struttura e darle nuova vita. I palchi furono demoliti assieme al loggione e vennero rimosse tutte le colonnine e le apposizioni in velluto. Sparirono anche le decorazioni del pittore Soncini ma il sipario del De Angeli fu risparmiato. La platea fu notevolmente allargata e al posto degli ordini di palchi furono inserite due gallerie superiori, che aumentarono la capienza massima del teatro di 700 unità per un totale di 900 posti complessivi. Zapolschi rimaneggiò anche la parte inferiore della facciata esterna, rendendola più squadrata come comandato dai dettami razionalisti. Risparmiò, invece, la parte superiore. Inserì inoltre nuovi corpi in scala e sostituì la copertura con una nuova in Eternit. In corrispondenza del vecchio loggione, Zapolschi appose la cabina del cinematografo, inserendovi anche la postazione usata da un pompiere del distaccamento locale per spegnere eventuali incendi con l’estintore. Con l’avvento della Seconda Guerra Mondiale il Teatro Guido subì una brusca frenata, dovuta soprattutto agli scontri e ai bombardamenti aerei che colpirono il mantovano e il modenese. Dagli anni ’60 il Teatro Guido andò verso il declino. Per ovviare alle difficoltà, il Teatro Guido fu concesso alla cittadinanza per ospitare eventi della biblioteca pubblica o gli spettacoli del teatro dei ragazzi. Giulio Giordani gestì il suo teatro ormai in malora fino alla morte, avvenuta nel 1980. La proprietà passò in mano ai figli, che mantennero attivo il Teatro Guido con la sola funzione di cinema per altri tre anni. Nel 1983 gli eredi Giordani decisero di non adeguare la struttura alle nuove norme di sicurezza, a causa dei costi troppo alti da sostenere. Così, nell’indifferenza generale, le porte del Teatro Guido si chiusero per sempre. Negli anni 2000 un’ispezione degli ingegneri comunali giudicò impossibili i lavori di riqualifica ma accolse la possibilità di lavori di messa in sicurezza. Un primo pacchetto di questi fu approvato nel biennio 2002-2003 e consistette nell’apposizione di ponteggi e transenne per la delimitazione dell’area e nel 2015 la Giunta Comunale deliberò la rimozione dell’eternit. Gli ingressi sono murati come le trifore sulla facciata, le paraste marmoree si sono disintegrate con l’umidità e dei fregi neoclassici in bassorilievo rimane solo qualche abbozzo. L’iscrizione “Teatro Sociale” sul frontone è scomparsa come gli ornamenti a forma di pigna, mentre il timpano in stucco con lo stemma suzzarese si è sgretolato agli inizi del 2000.Guano di piccione e muffa divorano poltroncine e infissi, macchie di umidità sciolgono le pareti sino allo scheletro e ingenti crolli di calcestruzzo cancellano a poco a poco intere porzioni di platea e retropalco.Oggi il teatro è ancora in attesa di un intervento.

Proprietà: Pubblica
Dettaglio proprietà: Comune
Regime tutela: Provvedimento Espresso
Dettaglio provvedimento: D.Segr.Reg.Lomb. 05/04/2022
Stato di conservazione: Pessimo

Progetto di restauro/valorizzazione