Su via Agnano agli Astroni, nel quartiere napoletano di Bagnoli, sorge il complesso termale progettato da Giulio Ulisse Arata nei primi anni del Novecento. Invero, la conformazione attuale dell’edificio principale delle terme è il risultato della modifica del disegno originario in seguito all’intervento di Giulio De Luca negli anni Sessanta. Tuttavia, l’organicità e il monumentale classicismo di Arata si leggono ancora nei due ingressi, nelle scale di accesso, negli elementi di arredo urbano e nel corpo di fabbrica delle ex stufe. La facciata ha preservato la composizione originaria a un unico livello su cui si aprono i vani finestra timpanati che presentano sui due lati elementi di stucco e motivi floreali. Un tempo questo edificio era connesso a un altro dal quale si diramava un braccio allungato, oramai demolito, con differente funzione.
Nel 1909 si costituì la Società Terme di Agnano che assegnò la responsabilità del progetto di un complesso termale ad Arata, Carlo Borgstrom e Luigi Centola. L’articolazione dei corpi disegnati da Arata seguiva l’orografia del sito, con l’albergo in posizione più alta e panoramica e il nuovo edificio termale posto a mediare tra la collina e la conca sottostante. Lo sviluppo planimetrico prevedeva due ali simmetriche, con i locali delle Stufe di San Germano a destra e gli spazi dei bagni di lusso a sinistra, separate da un nucleo centrale con i principali spazi di rappresentanza. L’elemento che caratterizza il complesso è la passeggiata tra il verde e l’edificio che dall’ingresso sulla strada percorre la scala curvilinea che conduce all’accesso dell’edificio che, con un’ulteriore rampa curvilinea, permette di accedere al Salone delle feste e poi alla galleria.
Oggi, seppure parte del complesso continui ad essere usata con funzione turistico-termale, le opere di Arata giacciono in disuso, abbandonate e degradate. Il padiglione per le cure inalatorie, l’antico “restaurant”, palesa problematiche conservative associate alla presenza di umidità e di vegetazione infestante, da cui risulta coperto; l’edificio che ingloba le Stufe di San Germano, utilizzato parzialmente, comprende ambienti in stato di abbandono; l’edificio dei fanghi, al fianco dell’albergo di De Luca, giace privo di funzione, di infissi e di intonaco, manifestando un pessimo stato di conservazione della muratura in tufo, esposta direttamente agli agenti atmosferici.