I resti della torre sono ubicati in prossimità della chiesa di San Colombano, situata sulla sommità dell’omonimo colle che si eleva di circa 450 metri s.l.m. lungo il versante orientale dell’anfiteatro morenico del bacino dell’Agogna. Il sito panoramico si raggiunge percorrendo via San Colombano che, partendo dal centro storico di Briga Novarese, si snoda attraverso i boschi di robinie, frassini e querce per circa 1,6 chilometri.
Il castello cui la torre apparteneva è documentato per la prima volta nel 1152, in un diploma promulgato dal giovanissimo imperatore Federico Barbarossa a favore dei Conti di Biandrate che -nel 1070 – si erano avvicendati al Comitato di Pombia, ai Conti dell’Ossola e ai Conti di Vercelli nel dominio di Briga, allora uno dei centri strategicamente più importanti da cui si potevano controllare la pianura verso Novara, la Riviera d’Orta e i passaggi diretti al Vergante e al lago Maggiore. Il declino di Briga e conseguentemente anche del castello iniziò nel XIII secolo con il trattato di Zottico del 1202 che sanciva il passaggio del piccolo feudo ai Novaresi: sono presumibilmente le continue dispute territoriali tra questi ultimi e i Vercellesi – oltre alla costruzione dei borghi franchi di Borgomanero e Borgo Ticino, nonché al consolidamento del dominio vescovile a Gozzano – a causare, verso la fine del Duecento, la definitiva distruzione del castello.
Allo stato attuale, della torre rimane solo il robusto basamento realizzato in blocchi lapidei posati con impiego di malta cui si affianca una limitata porzione di muratura che presenta analoga metodologia costruttiva. Dalla posizione delle rovine si può ipotizzare che la torre fosse il fulcro di un ridotto – denominato “dongione “- protetto da ulteriore cinta muraria.