Agli inizi del XIV secolo la nobile famiglia decurionale di Alessandria Bagliano costruì un castello, chiamato “Casalis Balianorum” e da questo la frazione stessa assunse il toponimo di Casalbagliano. Il maniero venne impiegato a difesa della vicina Alessandria, infatti, non permise alle truppe di Francia, di forzare il passaggio verso la città nelle guerre del 1643 e del 1657. Era dunque un castello forte e minaccioso, anche dopo quasi quattro secoli di storia Fu residenza dei Bagliani sino alla scomparsa dell’ultimo discendente. Verso la metà del 1800, il marchese Carlo Inviziati di Branciforte, lo restaurò dalle ingiurie dei secoli e ne fece dimora per sé e i suoi, circondandolo di un vasto parco ed arricchendolo, di quadri, di sculture e d’oggetti d’arte. Il castello “fu luogo aperto e signorilmente ospitale a cittadini di cultura altissima, quasi cenacolo di incoraggiamento e di protezione all’Arte pura e alla Scienza”. Il castello passò poi ai Petitti di Roreto e da questi ai Paravicini che lo abitarono sino agli inizi del ‘900. Ceduto a privati, il castello fu acquisito dal Comune di Alessandria, attuale proprietario. Durante la I Guerra mondiale fu adibito ad ospedale militare e poi a sede della sezione locale del partito fascista. Ancora integro ed efficiente per tutta la prima metà del secolo scorso, fu via via oggetto di spoliazione e di completo abbandono, così da facilitarne rapidamente il degrado. Durante l’ultima alluvione (6 novembre 1994) l’acqua e il fango del Tanaro danneggiarono ulteriormente il precario castello già di per sé in cattivo stato. Dato il suo attuale stato assai pericolante, il castello è recintato e non è accessibile al pubblico.