La passione per la caccia a cavallo del Duca Filippo di Borbone era tale che, giunto a Colorno nel 1749, nel 1751 ordina all’architetto di corte Jean Marie Bigaud di costruire una “Venerie Royale”, un casino di caccia che ospitasse i cani, gli inservienti, le attrezzature necessarie per le battute di caccia che il duca e il suo seguito effettuava soprattutto nel Serraglio. Il primo piano dell’edificio principale doveva servire per i cani, il secondo per i custodi della Venaria. Durante la fase di costruzione vennero apportate importanti modifiche dovute al subentro del Petitot, che completò l’opera nel 1755.
Si tratta di un vero e proprio complesso edilizio cui viene data una collocazione urbana privilegiata e ordinatrice degli insediamenti urbani oltre il Torrente. In realtà nelle planimetrie di metà Settecento e fino agli inizi dell’Ottocento il complesso edilizio risulta composto da ben 7 costruzioni secondo la seguente progressione: viale alberato, due elementi rettangolari, probabilmente vasche d’acqua, ortogonali al viale (non più presenti), due edifici paralleli al viale (non più presenti), due ali disposte sui fianchi ma tra loro più distanziate rispetto ai primi che delimitano anche il retrostante giardino, l’edificio principale a due piani che funge da quinta scenica ala prospettiva. Tutto l’insediamento, che si configura come una propaggine del Palazzo Ducale, è imperniato sul viale alberato rivolto verso il centro urbano e il Palazzo, trovando tuttavia una ideale prosecuzione verso la campagna a nord dell’abitato. Infatti l’edificio principale è caratterizzato da una doppia apertura passante – allo stesso modo delle ville parmensi del ‘700 – che si protende verso il giardino a nord e verso la campagna. Agli inizi dell’800 le vasche prima citate sono sostituite con un porticato che demarca la corte a sud, mentre il corso per la fiera è stato trasformato nell’attuale viale alberato e area parcheggi, a servizio dell’adiacente presidio