Villa Aldini, attualmente ubicata in via dell’Osservanza 37, prende il nome da Antonio Aldini, l’influente ministro napoleonico che la fece costruire. L’edificio venne edificato su un complesso architettonico preesistente, il complesso benedettino detto della Madonna del Monte, acquistato dall’Aldini tra il 1799 e il 1802, in seguito alle soppressioni degli ordini religiosi. le fonti ottocentesche riferiscono l’ideazione dell’edificio a Giuseppe Nadi, giovane protetto di Leopoldo Cicognara e brillante studente di architettura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. I lavori, cominciati nel maggio 1811, proseguirono oltre la prematura scomparsa di Nadi, avvenuta nel 1814, fino al 1816, quando il crollo dell’impero napoleonico segnò per il cantiere una decisa battuta di arresto. La villa rimase così incompiuta. Nel 1820 l’Aldini vendette a un privato l’immobile, che divenne in seguito proprietà comunale. Durante la prima guerra mondiale l’ampio giardino venne utilizzato come «educatorio» per i bambini delle scuole.
L’edificio esternamente presenta una chiara impronta neoclassica, riconoscibile nell’imponente pronao, sorretto da otto colonne ioniche e sormontato da un timpano, decorato dagli scultori Giacomo De Maria e Adamo Tadolini con la scena l’Olimpo degli dei; valenze monumentali della villa, mutuate dai prototipi antichi e segnatamente dal Partenone di Atene, fanno dell’edificio un «episodio unico nel panorama bolognese di primo Ottocento», dominato generalmente dal neocinquecentismo di impronta palladiana. La villa diviene fonte di ispirazione per gli artisti bolognesi.