L’edificio, denominato Villa Cattini, è situato a circa 3 km fuori dal centro storico di Correggio situata in adiacenza all’area dove sorge la Parrocchia di San Martino Vescovo, da cui il toponimo che individua la strada. La villa fa parte dell’insieme delle ville del territorio circostante a Correggio aventi come comune denominatore la vocazione alla direzione dei poderi agricoli e alla sorveglianza dei raccolti e dei lavori stagionali; è una tipologia di ville caratterizzata dalla funzionalità produttiva complessa, per dare origine ad aree con tipi edilizi assimilabili. Tale funzionalità agraria è sconosciuta in epoche precedenti, e giunge ad alcune trasformazioni elementari dei prodotti e, quasi sempre, alla produzione di attrezzi e strumenti di lavoro. Per la villa che si circonda di queste strutture, si tratta dell’ultima manifestazione vivace di legame alla terra: lo stretto rapporto originario fra villa e campagna tende con l’Ottocento a sciogliersi mentre in questo secolo il concetto di produzione si concentra nelle aree urbane. La permanenza di questa tipologia edilizia testimonia la fase che immediatamente precede la definitiva rottura tra città e campagna ed anzi l’anticipa. L’edificazione di questo tipo di abitazioni padronali ebbe un proprio particolare sviluppo nel territorio correggese nella seconda metà del XIX secolo. In questo insieme Villa Cattini si pone come edificio rappresentante la volontà del proprietario di mantenere la vicinanza al centro cittadino ma nello stesso tempo di governare gli interessi dell’impianto rurale in adiacenza.
L’immobile in oggetto rappresenta uno degli esempi della tipologia di villa storica del territorio reggiano. La villa, con impianto di fine Ottocento, ha conservato internamente le pitture in stile Liberty fatte eseguire dal proprietario per decorare l’ingresso e gli ambienti del piano superiore a cavallo tra XIX e XX secolo. L’impianto originario, risalente al 1888 secolo, non ha subito modifiche sostanziali. Risulta una prima edificazione del corpo centrale di forma pressoché quadrata a cui si sono aggiunte le due appendici laterali, ben più povere di decori architettonici, costruite prima del 1888 e dedicate ad occupazioni rurali o ai servizi di servitù per la famiglia. Sono invece successivi i due piccoli fabbricati a servizio della villa, e ancora oggi esistenti, non ancora presenti nel catasto storico di fine Ottocento. La pianta della villa è rettangolare regolare; l’edificio è composto da un corpo centrale che si sviluppa su tre piani fuori terra (e sottotetto), mentre le ali che ne prolungano l’asse frontale si sviluppano solo per due piani fuori terra. Il fronte principale è simmetrico nella parte centrale, cadenzato dalle aperture in facciata e sul retro in corrispondenza dei piani. L’interno è contraddistinto dalla tipica architettura delle ville padronali della seconda metà dell’Ottocento: la distribuzione dei vani a pianterreno vede la presenza di un atrio di accesso in cui trovavano ampia esposizione decorazioni in stile Liberty.
Tutto l’insieme si inserisce in un ampio giardino delimitato dal cancello sorretto dai due piloni posti all’ingresso prospiciente la strada; in origine l’area verde doveva essere uno splendido giardino di quasi dieci biolche reggiane, simbolo di distinzione aristocratica e contemporaneamente luogo di svago e riposo per la famiglia. L’attività in villa è proseguita fino al suo definitivo abbandono, risalente alla fine del XX secolo. Dalla fine degli anni Settanta l’edificio è stato disabitato; fino al 2008 la villa era abitata dal suo proprietario Guglielmo Cattini, ingegnere navale. Dopo la sua morte Villa Cattini versa in uno stato di abbandono. Il complesso è pervenuto alla proprietà ecclesiastica in seguito alla scomparsa dell’ultimo proprietario.