La Villa Paolucci-Merlini costituisce uno dei più importanti esempi di architettura settecentesca nell’ambito del territorio romagnolo/forlivese. Un’iscrizione all’interno della piccola cappella decorata posta al secondo piano, farebbe risalire l’anno di costruzione al 1755. Essa è circondata da un vasto all’interno del quale sono da evidenziare un teatrino con bassorilievi in cotto ed una conserva interrata con ingresso in bozze di pietra. L’imponente edificio a pianta rettangolare è circondato da fabbricati minori a carattere prettamente rurale in muratura intonacata e tetto a due falde (depositi e alloggi dei contadini, limonaia) alcuni dei quali sono stati realizzati anche successivamente nell’ottocento.
La Villa presenta quattro livelli, con il piano terra ed il piano sottotetto di altezza ridotta rispetto al piano nobile ed al secondo piano. La facciata ed i prospetti laterali e posteriore sono ingentiliti da finestre incorniciate da una cordonata in cotto sagomato finemente lavorato. La facciata presenta una scala in pietra a tenaglia che conduce al grande salone passante del primo piano attraverso l’ampio portale incorniciato da colonne e sovrastato da un balcone con finestrone centrale. Il menzionato salone si sviluppa in altezza occupando tutti i tre piani dell’edificio. In corrispondenza del secondo piano il salone è circondato da un elegante ballatoio perimetrale decorato con pregevoli stucchi e da una ringhiera in ferro battuto. Il soffitto del grande salone presenta un grande affresco opera di Giuseppe Marchetti e Vincenzo dal Buono, datato 1767. Sulle pareti campeggiano i due grandi stemmi delle famiglie Paolucci de’ Calboli e Merlini. Il salone fa da fulcro a tutta l’organizzazione distributiva della villa e suddivide in due ali l’intero edificio con ampie sale al piano nobile. Il piano terra, caratterizzato da volte a crociera ribassate su pilastri che costituiscono il basamento della soprastante costruzione, aveva funzione di depositi e cantine per le derrate e le vettovaglie, necessari per i periodi di soggiorno dei signori e della servitù.
All’esterno, oltre agli edifici minori destinati all’attività agricola dei poderi che circondavano in origine la villa, si trova il piccolo oratorio a navata unica dalle forme architettoniche semplici e lineari, posto sul retro al confine del parco, destinato a sepolcreto della famiglia e dedicato a San Gabriele.

