Villa Bisignano, una delle 122 ville vesuviane riconosciute e censite dalla Fondazione Ente Ville Vesuviane, si sviluppa nel quartiere di Napoli est Barra. Questo palazzo nobiliare presenta cinque piani articolati intorno a una corte centrale porticata, per tre lati a doppia altezza, sulla quale si aprono le stalle e la scala aperta a tre rampanti. Sulle ali laterali e sullo sfondo si affacciano vaste terrazze con parapetto in piperno che affacciavano verso il non più esistente Orto Botanico e sul Vesuvio. I prospetti sulla corte vantano cornicioni, cornici, balaustre e capitelli in piperno riccamente decorati e di ottima fattura.
Villa Bisignano sorge su una residenza agricola fortificata preesistente, realizzata nel Cinquecento per volere della famiglia Carafa di Maddaloni. Nel XVII secolo la villa venne acquistata e ampliata dal banchiere fiammingo Gaspar Roomer, finanziere del re di Spagna Filippo IV. Qui il banchiere ospitò la raccolta di opere d’arte collezionate in tutta la Penisola. È ascrivibile a tale fase della fabbrica il completo rinnovamento delle finiture interne, con l’esecuzione nel 1647 degli affreschi di Aniello Falcone. Dal 1656 e lungo tutto l’arco temporale del Settecento, la villa assistette a numerosi passaggi di proprietà. L’ultimo proprietario, Luigi Sanseverino, principe di Bisignano, effettuò numerosi restauri, i più importanti rammentati dalla lapide murata nell’androne di ingresso, datata 1776. Villa delle delizie, la scenografica architettura fu probabilmente usata per feste e spettacoli teatrali fin quando non passò al barone Giulio Rodinò, sposato ad una Bisignano. Per anni sede di due istituti scolastici, la villa, in larga parte di proprietà comunale, è stata tutelata con un decreto ministeriale del 1976.
Attualmente, in parziale abbandono, palesa un mediocre stato di conservazione. Il corpo centrale e parte del piano terra sul lato nord sono adibiti a uso residenziale, mentre alcuni ambienti sul Corso Sirena sono occupati da attività commerciali. Tuttavia, la maggior parte degli spazi del complesso è priva di funzione, abbandonata e soggetta a problematiche conservative legate perlopiù alla mancanza di manutenzione. Gli elementi decorativi in piperno sono interessati dalla proliferazione di muffe e licheni, alcune parti in aggetto lamentano distacchi, la pietra mostra un’avanzata degradazione e disgregazione e i gradini delle scale monumentali sono interessati da pericolose fessurazioni.