L’area archeologica si colloca in località Basilicata, sul fianco di una collina (m 30 s.l.m.) insistente sul lato nord-occidentale dell’asse viario della S.S. 106 Jonica.
Il complesso, conosciuto in seguito ad una segnalazione del 1993, è stato oggetto di interventi da parte della Soprintendenza Archeologica della Calabria dal 1995 al 2001.
Danneggiata pesantemente negli anni Cinquanta, a causa dei lavori di sbancamento per la costruzione degli uffici dell’ESAC, la villa aveva un’estensione di circa 45 m.
Sul lato orientale dovevano collocarsi gli ambienti della pars urbana, meglio conservata, mentre sul versante occidentale erano quelli della pars fructuaria.
I muri, conservati per un altezza di m 0,70/0,80, sono costituiti da embrici, sassi, ciottoli legati con terra e reimpiegano blocchi di calcarenite che ricordano quelli della fase tardo-repubblicana di Scolacium.
Della pars urbana sono stati scavati due ambienti protetti posteriormente da un vespaio che impediva il ristagno delle acque piovane. Questo settore, oltre a essere quello meglio conservato, ha restituito pareti con tracce di intonaco rosso ed un pavimento in opus spicatum. Nella pars fructuaria, legata alle lavorazioni produttive, sono state rinvenute un’ara di torchio vinario e una vasca (lacus) a pianta rettangolare rivestita, sia all’interno che all’esterno, da malta idraulica.
Presso il lato Nord della vasca sono stati ritrovati numerosi pesi da telaio che hanno fatto ipotizzare l’esistenza di telai verticali per la lavorazione di tessuti e di stuoie.
In uno dei saggi esplorativi è stata individuata una fornace (m 8,70 x m 5,70) a pianta quadrata, costituita da un sistema di archi e muretti che reggevano il piano forato.
Oltre che ad embrici, la maggior parte degli scarti di fornace e dei manufatti ceramici rinvenuti appartengono a contenitori da trasporto (per lo più anfore del tipo Dressel 1), pur non mancando vasellame d’uso comune e fine da mensa.
Sulla base dei materiali rinvenuti, l’intero complesso è stato datato tra la fine del II secolo a.C. e la prima metà del I sec. d.C. e può essere considerato un vero e proprio centro di produzione di questi contenitori da trasporto che venivano sia utilizzati nel ciclo produttivo della villa sia esportati.