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VILLINO ROSSI

VILLINO ROSSI

Indirizzo: Via Pietro Maraschin
Comune: Schio
Provincia: Vicenza
Regione: Veneto
Architettura / Villino

Il villino di Giovanni Rossi, figlio dell’imprenditore Alessandro, capostipite della famosa famiglia di imprenditori della lana, venne realizzato tra il 1876 e il 1890 su progetto di Antonio Caregaro Negrin, vicino all’ingresso del Lanificio Rossi, all’interno della vasta area del quartiere operaio “Nuova Schio”. L’edificio subì un ampliamento, tra il 1896 e il 1898, che raddoppia l’originaria planimetria e modifica la gradinata di ingresso. Alla morte del barone Giovanni Rossi, nel 1935, il villino ospitò la Casa del fascio e tutte le attività annesse al partito fascista. Durante la Seconda guerra mondiale fu la sede della Standortkommandantur tedesca, comando della città delle forze di occupazione germaniche. Dal dopoguerra e fino alla fine degli anni ’90 del secolo scorso, il villino Rossi divenne sede dell’ex Ufficio del Registro e dell’ex Conservatoria dei registri immobiliari di Schio. Attualmente il compendio è inutilizzato.

Il villino, circondato da un rigoglioso parco con alberi secolari, è a pianta rettangolare con piccole articolazioni che ne caratterizzano la qualità delle facciate, evidenziando anche all’esterno le varie funzioni connesse con le esigenze residenziali proprie di una famiglia borghese dell’Ottocento. Esso si sviluppa su tre piani, impostati su uno zoccolo di base corrispondente al piano seminterrato ed è preceduto nella facciata principale da una gradinata con una piccola loggia in corrispondenza dell’atrio d’ingresso. Quest’ultimo, insieme al vano dello scalone, costituisce il cardine distributivo dell’intera costruzione, venendo a separare di fatto gli ambienti di rappresentanza costituiti da due saloni – il più grande occupa tutta la parte terminale sinistra del piano rialzato ed è leggibile immediatamente all’esterno per le due serliane, collegato direttamente al parco mediante due gradinate ricurve – dal resto degli ambienti della villa più propriamente privati che trovano posto al primo ed al secondo piano. Una scala dalla rampa semicircolare disimpegna tutto il lato sinistro della costruzione, raggiungendo direttamente il secondo piano, che risulta formalmente diviso in due corpi di fabbrica collegati da un percorso interno coperto al centro della terrazza centrale.

All’interno del villino, per la ricercatezza dei particolari decorativi e la qualità della fattura, risultano degne di nota le composizioni a stucco che compongono i fastigi delle porte, i rivestimenti lignei dell’articolato scalone principale, le ringhiere in ghisa, ottone e ferro battuto, i soffitti dalle travi in legno decorato e le tappezzerie originali ancora presenti nel salone principale. Di grande interesse è il parco circostante, realizzato secondo i canoni del gusto romantico; esso comprendeva alcune strutture in seguito distrutte e conserva ancora pregevoli specie arboree. Il complesso è circondato da una recinzione, progettata da Caregaro Negrin in mattoni e ciottoli, mentre l’uso di una bugnatura a diamante richiama suggestioni del Quattrocento ferrarese. Ai lati del cancello principale di ingresso, per un tratto di alcuni metri, la metà superiore del muro di cinta è completata da un manufatto prefabbricato in doghe di cemento, probabilmente a sostituzione della cancellata in ferro battuto.

L’edificio si trova in stato di abbandono da circa quarant’anni. Nel 1989 la copertura è stata oggetto di recente intervento di restauro e risanamento. I due scaloni interni in legno e in pietra sono in buono stato conservativo e mantengono la loro originaria maestosità. Le strutture murarie e gli infissi versano invece in cattivo stato di conservazione con molteplici fenomeni di degrado. I rivestimenti interni a parete e pavimento presentano estesi distacchi e lacerazioni. Il parco è invaso dalla vegetazione infestante.

Il villino Rossi costituisce un esempio di architettura signorile, realizzato dall’architetto Antonio Caregaro Negrin secondo formule legate alla tradizione veneta del palazzo veneziano. Il complesso con il suo parco costituisce un’immagine urbano-spaziale di grande interesse e si colloca nel contesto scledense di cui costituisce un’unità edilizia essenziale.

 

Proprietà: Pubblica
Dettaglio proprietà: Stato
Regime tutela: Provvedimento Espresso
Dettaglio provvedimento: 26/08/1988; 11/11/2014
Stato di conservazione: Cattivo